venerdì 15 marzo 2013

L'Approdo


L'Approdo, di Shaun Tan

L'Esperienza universale del migrante espressa attraverso immagini commoventi e scenari visionari di grande impatto


Uscito in Australia nel 2006 e arrivato in Italia solamente due anni dopo, l’Approdo ( Elliot edizioni 2008) è una graphic  novel di incredibile bellezza e profondità. Shaun Tan, poliedrico autore e illustratore australiano di origine malesi ci regala un capolavoro pervaso di una semplicità quasi fiabesca che rende omaggio alla figura del migrante di ogni tempo. L’opera è completamente priva di qualunque inserto testuale, Tan affida tutto all'espressività del suo disegno e riesce a commuoverci e a stupirci alternando grandi tavole a tutta pagina e sequenze di piccole immagini che si susseguono come tantissimi fotogrammi cinematografici. Lo stile dell’autore è caratterizzato da un realismo delicatissimo, tutto matita e carboncino, che dà alle immagini un effetto “ vecchia cartolina” essendo, tuttavia, sempre pronto a sbalordirci con visioni fantastiche e scorci surreali che possono esteticamente rimandare a certe opere del miglior Yerka.
Venendo alla storia: un uomo raduna le sue ultime cose, saluta la sua famiglia e lascia la sua casa in compagnia solo della sua valigia. L’uomo sta lasciando una città oscura, dove enormi tentacoli neri come la pece si librano sopra i tetti delle abitazioni per poi strisciare tra le vie. Già da queste prime tavole, Tan riesce ad impressionarci con il suo tratto visionario e riesce a rendere in pieno la sensazione di inospitalità e impotenza che spinge il migrante a lasciarsi tutto alle spalle per poter ricostruire per se e per la propria famiglia una nuova vita.

Dopo un lungo viaggio, l’uomo finalmente approda nel “nuovo mondo”. Questo mondo è descritto dall'autore come qualcosa di grandioso e affascinante agli occhi del migrante, ma nello stesso tempo è palpabile la sensazione di smarrimento e solitudine dell’uomo di fronte ad uno spazio così alieno, popolato di cose che non ha mai visto, dove le scritte sono per lui solo strani segni, dove ogni oggetto è una sorpresa, dove ogni percezione è in un certo senso simile ma anche profondamente diversa. Per fortuna il senso di spaesamento iniziale piano piano si affievolisce grazie agli incontri con autoctoni gentili ed affettuosi e con persone che hanno compiuto prima il viaggio di migrazione, questi aiutano l’uomo ad ambientarsi e a sentirsi un po’ meno solo in questa terra sconosciuta lontano dai suoi cari e dalla sua vita precedente. Il lettore è portato dalle tavole di Tan a scoprire questo mondo passo a passo con l’uomo, a partecipare ai suoi incontri, a vivere la sua solitudine, la sua angoscia, la sua nostalgia e gradualmente si finisce, proprio come il protagonista, per cominciare ad ambientarsi.
Il nostro animo comincia a tranquillizzarsi, ricostruiamo, insieme al protagonista, la nostra identità che sembrava essere perduta, riprogrammando la propria esistenza in questo spazio che diventa ora anche nostro e che afferriamo e plasmiamo.
La vicenda finisce quindi per evolversi in senso positivo, il tempo passa, le stagioni scorrono inesorabili (bellissima la sequenza a questo proposito, ellitticamente riassunta nel ciclo vitale di un fiore con un gusto tutto orientale e cinematografico, che può ricordare, a mio parere, certe scene del più dolce Takeshi Kitano) portandoci di nuovo alla situazione iniziale traslata nel nuovo mondo “aperto” dall'atto della migrazione dandoci un ulteriore senso di universalità quasi dialettica.

Sarebbe riduttivo, se non sbagliato, ritenere quest’opera un libro illustrato per ragazzi o relegarlo ad un opera per un pubblico di nicchia amante dei fumetti o delle  opere grafiche. “L’approdo” infatti è da considerarsi un’opera di grande profondità e complessità e proprio per questo adatta ad un pubblico estremamente variegato prestandosi ad una molteplicità di approcci emotivi e analitici. In definitiva l’esperienza del migrante tracciata dalle tavole di Shaun Tan risulta essere un’esperienza davvero magica, con un impatto visivo sbalorditivo e commuovente, ricco di particolari e di rimandi alle immagini della nostra memoria ed esperienza collettiva non disdegnando, tuttavia, fantastici echi di surrealismo che innalzano la creatività e la visionarietà dell’opera ad altissimi livelli.

Premi:
miglior libro del 2007 per il Publishers Weekly
miglior libro del 2007 per Booklist
miglior libro del 2007 per la New York Public Library Association
miglior libro illustrato del 2007 per il New York Times
migliore graphic novel del 2007 per Amazon.com
migliore graphic novel del 2007 per il Washington Post
menzione speciale alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna 2007


Per maggiori informazioni su Shau Tan: 
http://www.shauntan.net/
http://it.wikipedia.org/wiki/Shaun_Tan

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