lunedì 17 marzo 2014

Da Dylan a Don Draper. I poster di Milton Glaser




Prendete uno dei più importanti grafici contemporanei, Milton Glaser, mettetelo insieme a Mad Men, una delle migliori serie tv in circolazione e agitate per bene. Il risultato di questo cocktail micidiale, manco a dirlo, non potrà che essere una locandina pubblicitaria devastante.
Ebbene si, Milton Glaser, l’inventore del logo I Love New York che spopola su milioni di magliette, del logo DC Bullet, utilizzato dalla Dc Comics dal ’77 al 2005 e dello storico poster del Greatist Hits di Bob Dylan del ’67, ha realizzato la locandina per la settima (e ultima?) serie di Mad Men, che debutterà il prossimo 13 Aprile per la rete americana AMC.
Colori acidi, linee morbide e motivi floreali. Un groviglio sinuoso di onde cromatiche che vanno a delineare un profilo greco di donna, con gli occhi chiusi, davanti ad un fluttuante bicchiere di vino. L’Art nouveau incontra l’atmosfera lisergica e psichedelica della fine degli anni sessanta. L’impatto visivo è accecante.
Sopra questo tripudio di forme e colori, nella parte alta della locandina, si staglia la scritta “Mad Men”, con il caratteristico font squadrato e la contrapposizione tra bianco e rosso. Nella parte inferiore, invece, ecco apparire l’immagine che identifica la serie: la sagoma di Don Draper, in rigoroso bianco e nero, con il braccio appoggiato allo schienale della poltrona e la mano che mollemente sostiene l’immancabile sigaretta. Un ritorno a casa. Una sicurezza per riprendersi dal trip percettivo della parte centrale.
Come nel famoso manifesto del ’67 dedicato al menestrello di Duluth, Glaser, gioca con la contrapposizione, quasi ossimorica, tra una sagoma nera, delineata solo nei suoi tratti identificativi e una matassa di colori che vanno a formare un'altra parte dell’immagine. Ecco, allora, che i ricci di Dylan diventano nuvole fantasiose, guardiani simbolici di una mente geniale e produttiva che fa da contraltare al profilo serio del cantante, rivolto verso il basso, enigmatico, come il suo contraddittorio personaggio. Allo stesso modo, Don Draper, ci da le spalle, non ci mostra il suo sguardo, vediamo solo la sua sagoma, il suo guscio nero. Tutto quello che è davanti a noi sono i mirabolanti anni ’60 di Madison Avenue e una figura scura che li attraversa, partecipandovi e, allo stesso tempo, essendone distaccato.



Guardando questa immagine a confronto con quella del ’67, ed essendo un fan sfegatato di Dylan e un buon appassionato di Mad Men, ci sono due domande simili che mi riecheggiano in testa: Chi è davvero Dylan? Chi è davvero Don Draper?. Sono convinto che questi due poster siano così efficaci percettivamente perché riescono ad  interpretare, attraverso la contrapposizione di cui ho parlato, l’ambiguità strutturale dei due personaggi in relazione alla loro manifestazione pubblica e interiore. Dylan non è un cantante folk, non è un cantante di protesta, non è una rockstar, non è un poeta, non è il portavoce di una generazione, non è sincero né falso. Non è il diavolo né l’acqua santa. E’ una voce mistica, che comprende ogni genere di contraddizione e che sguazza nell’enigmaticità della sua produzione. Allo stesso modo, Don Draper, è un personaggio travagliato, contemporaneamente simbolo di sicurezza, con la sua parlata ammagliante e il suo ruolo di pubblicitario di successo, ma nasconde in se una miriade di identità in conflitto tra loro, di dubbi e dilemmi morali. Non è l’immagine dell’uomo in carriera pienamente felice del suo successo, ma, allo stesso tempo, è la piena incarnazione pubblica di questa stessa  immagine.
Credo che rispondere alle due domande che mi sono posto sia praticamente impossibile e per fortuna che è  così. La complessità di Mad Men viene proprio dalla caratterizzazione estremamente stratificata dei suoi personaggi e la grandezza di Dylan deriva dall’impossibilità di etichettare la sua figura e la sua arte. Milton Glaser, con due semplici immagini, due poster,  è riuscito a rendere l’idea di questa complessità confermando a pieno di essere uno dei più grandi del suo campo. Se si potesse giudicare un libro dalla copertina sarei tentato di dire che l’ultima serie di Mad Men sarà stupenda, ma purtroppo, come tutti sappiamo, non è così e quindi bisognerà aspettare di vederla sperando che sia all’altezza dell’immagine che la presenta.

2 commenti:

  1. Mi piacciono queste cose, quando grandi artisti lavorano per promuovere capolavori visivi.
    Succede raramente però...

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    1. Già purtroppo si, però quando succede sono fenomeni davvero interessanti da analizzare, anche perchè si portano dietro un sacco di collegamenti e riflessioni incrociando la produzione dell'artista con il contenuto specifico dell'operazione in questione;)

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